Il complemento oggetto è spesso un sostantivo, ma può essere
anche un’intera frase, che a questo punto viene chiamata in italiano “frase
oggettiva”. Quali verbi reggono questo costrutto?
1) 告诉 gàosu,
“informare”
她告诉我张老师在图书馆。
Tā gàosu wǒ Zhāng lǎoshī zài túshūguǎn.
她 tā è il pronome di terza
persona singolare femminile, il maschile è他 che si pronuncia allo
stesso modo ma ha il radicale del maschio, mentre 她 ha
radicale femminile. La distinzione fra maschili e femminili è conseguente all’incontro
della Cina con la cultura occidentale, perciò non è detto che nei testi più
vecchi ci sia questa distinzione.
告诉 gàosu è un verbo e significa
“informare”. E’ un verbo che in cinese si chiama “dativo” cioè regge in maniera
diretta il complemento di termine, che invece in italiano e anche nel caso di
altri verbi in cinese, si costruisce con l’ausilio di ppreposizioni. Non ci
sono molto verbi dativi 告诉 gàosu
è uno di questi: regge il complemento di termine e il complemento oggetto: ”informare
qualcuno su qualcosa”:
她告诉我张老师在图书馆。
Tā gàosu wǒ Zhāng lǎoshī zài túshūguǎn.
Mi
ha detto che il
maestro Zhang è in biblioteca.
Dove 我,
“io” è complemento di termine (dice a me)
e la parte grigia è tutta complemento oggetto.
Un altro
esempio dell’uso di 告诉 gàosu
è:
他告诉我明天妈妈回家吃午饭。
Tā gàosu wǒ míngtiān māma huí jiā chī wǔfàn.
Mi ha detto che domani mamma sarebbe tornata a casa a
pranzare.
2) 知道 zhīdao, “sapere”
你知道我是意大利人。
Nǐ zhīdao wǒ shì yìdàlìrén.
Tu sai che io sono italiano.
知道 zhīdao è composto da 知 zhī
cioè “sapere” e 道
dao cioè “strada, via”. Quest’ultimo carattere è molto famoso perchè il
Taoteching è proprio incentrato sul concetto filosofico di via, cammino
esistenziale ecc.
意大利人 yìdàlìrén
significa invece “italiano” cioè uomo (人 rén) proveniente dall’Italia: 意大利 yìdàlì,
che è ovviamente trascrizione fonetica:
意 yì
è “senso, significato”, 大
dà è “grande” e 利
lì significa “profitto economico”.
3) 给gěi, “dare”
我给他钱。
Wǒ gěi tā qián.
Gli do dei soldi.
给 gěi, “dare” ha il radicale
della seta.
钱 qián, “denaro” quello del
metallo.
4) 教 jiào, “insegnare”
张老师教我们中国文学。
Zhāng lǎoshī jiào wǒmen zhōngguó wénxué.
Il professor Zhang ci insegna la letteratura cinese.
文学 wénxué è “letteratura”, che
in questo caso è cinese (中国文学),
ed è composto da 文
wén che significa “cultura” e 学 xué, carattere che conosciamo, ma che in questo contesto
rappresenta ciò che in italiano è il suffisso derivante dal greco “-logia”. Per
cui lo troviamo in tutte le parole che indicano delle discipline, come i nostri
“biologia”, “filologia” ecc.
5) 问 wèn, “chiedere”
学生常常问老师问题。
Xuéshēng chángcháng wèn lǎoshī wèntí.
Gli studenti spesso rivolgono al professore delle domande.
问题 wèntí è composto dal verbo
in oggetto, 问 wèn, “chiedere”,
e da 题
tí che significa “argomento del discorso, titolo”.
A questo
punto abbiamo ricevuto i compiti a casa, cioè delle frasi da fare per mercoledì
prossimo, quando riprenderanno le lezioni visto che la prof. se ne va in Cina –
beata lei - e abbiamo poi affrontato un nuovo argomento: i verbi attributivi.
I verbi
attributivi sono verbi in cinese, ma aggettivi in italiano. Questo perchè in
cinese questi verbi hanno una funzione attributiva e cioè aggettivale che in
italiano è possibile esprimere solamente ricorrendo al verbo essere unito a un
aggettivo.
Esempio:
我很高。
Wǒ hěn gāo.
Sono alto.
高 gāo,
che noi traduciamo “alto” è per il cinese un verbo con funzione di attributo.
Questi
strani verbi non sono soltanto attributivi,
ma possiedono anche un intrinseco valore contrastivo-comparativo.
Che
significa? Che se usati al grado normale (quello che per noi è il grado normale, cioè per esempio ”alto” e non “più
alto/meno alto/altissimo”) hanno già di per sè un valore comparativo che li
porta a significare: “più (alto)”.
Come faccio
a neutralizzare questo valore ed esprimere l’aggettivo senza gradi comparativi?
Ricorrendo ad avverbi come il famosissimo 很 hěn che .
Ma, a questo
punto, se uso 很
hěn come neutralizzatore di grado, esso non è più usato per il suo
valore semantico (per il suo significato di “molto”), ma come particella dotata
di mera funzione grammaticale.
Allora come
distinguo fra 很
cioè “molto” e 很
come avverbio neutralizzatore?
Dal contesto
e dalla pronuncia: Il primo 很 è un deciso terzo tono, mentre il secondo è
quasi atono. Perciò sopra avremmo dovuto trascrivere foneticamente:
我很高。
Wǒ hen gāo.
Sono alto.
Altro
esempio:
我很忙。
Wǒ hen/hěn máng.
Sono occupato/sono molto occupato.
忙 máng, “impegnato, occupato” è
una condizione che i cinesi si chiedono sempre; il loro:
你忙吗?
Nǐ máng ma?
Sei occupato? Hai da fare?
Corrisponde
a quello che per noi è: ciao, come va? Quando si telefonano si chiedono sempre
quello. Può essere considerato un po’ come il nostro “ciao, disturbo?”. Notare
che 你忙吗?Nǐ
máng ma? Non si traduce “sei più occupato?”. L’interrogativa infatti
neutralizza il grado comparativo, esattamente come l’avverbio 很 hen.
Ultimo verbo
attributivo visto: 好 hǎo,
“bene, buono”
Domanda: 你好吗?
Nǐ hǎo ma?
Come stai?
Risposta: 我很好。
Wǒ hen hǎo.
Sto bene.
Fine della lezione!
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