domenica 20 ottobre 2013

Lez. 8 Lingua Cinese, mercoledì 16/10



Come complemento oggetto possiamo avere frasi oggettive, ma anche interrogative indirette. Cos’è un’interrogativa indiretta? “Non so se domani pioverà (“domani pioverà?”)”

我不知道à他是意大利人还是是中国人。
Wǒ bù zhīdào à tā shì yìdàlì rén háishì shì zhōngguó rén.
Non so à se è italiano o cinese.

Se tolgo la prima parte di frase, cioè我不知道, quel che resta è un’interrogativa diretta, cioè una semplice domanda:

他是意大利人还是是中国人?
tā shì yìdàlì rén háishì shì zhōngguó rén?
È italiano o cinese?

Altro esempio:
妈妈我不知道à他是谁。
Māmā wǒ bù zhīdào à tā shì shuí.

La mamma non sa chi è.

Di nuovo, se tolgo la frase reggente e tengo solo l’interrogativa, avrò una semplice domanda:

他是谁?
 tā shì shuí?
Lui chi è?

Quindi: per costruire un’interrogativa indiretta in cinese metto al posto dell’interrogativa indiretta la corrispondente interrogativa diretta ed è fatta. Il verbo non cambia come in italiano (Non so chi SIA) nè sono richieste congiuinzioni (Non so SE venga), semplicemente metto la domanda, che so già costruire, dopo la reggente.

我不知道他明天去不去米兰。
Wǒ bù zhīdào tā míngtiān qù bù qù mǐlán.
Non so se domani andrà o no a Milano.

Però attenzione, conosco vari modi per costruire l’interrogativa in cinese, ce ne sono quattro:


1.她是妈妈吗?
Tā shì māmā ma?
È la mamma?

2.她是不是妈妈?
Tā shì bùshì māmā?
È (o no) la mamma?

3.她是谁?
Tā shì shuí?
Chi è?

4.她是妈妈还是是奶奶?
Tā shì māmā háishì shì nǎinai?
È la mamma o la nonna?


Di queste quattro alternative, la prima non posso MAI usarla nelle interrogative indirette, perché la particella ha la proprietà di rendere interrogativa tutta la frase che la precede, quindi non renderebbe interrogativa solo l’interrogativa indiretta:

他不知道我是不是意大利人。
Tā bù zhīdào wǒ shì bùshì yìdàlì rén ma?
Lui non sa se io sono italiana o no.

MA:

他不知道我是意大利人
Tā bù zhīdào wǒ shì yìdàlì rén ma?
Lui non sa che io sono italiana?

Dopodichè, siamo tornati ai verbi attributivi.

我很高
Wǒ hěn gāo
Sono alto
 
 Com’è la forma negativa dei verbi attributivi? Ho due possibilità:

我不高
wǒ bù gāo
Non sono alto.
 
我不太高
wǒ bù tài gāo
Non sono (troppo) molto alto

Se voglio dire “non sono molto qualcosa”, non posso semplicemente negare l’affermativa mettendo un davanti a perchè   e non possono mai stare insieme! 不很 diventa quindi 不太!
Quindi:
我很高兴
Wǒ hěn gāoxìng.
Sono felice.

Domande:
你高兴吗?Oppure:你高兴不高兴?
Nǐ gāoxìng ma? Oppure: Nǐ gāoxìng bù gāoxìng?
Sei felice?

Risposte:
 我不高兴
Wǒ bù gāoxìng.
Non sono felice.

我不太高兴
Wǒ bù tài gāoxìng.
Non sono molto felice.

我很不高兴。Oppure 我太不高兴。
Wǒ hěn/tài bù gāoxìng.
Sono molto non felice (sono molto infelice).

 Minidialogo, sempre a proposito di interrogative:

A. 你好!
Nǐ hǎo!
Ciao!

B. 你好吗?
Nǐ hǎo ma?
Come stai?

A. 我很好,你
Wǒ hěn hǎo, nǐ ne?
Bene, tu?

B. 我也很好。
Wǒ yě hěn hǎo.
Bene anche io.

Il è una particella interrogativa come il però esso si usa per richiamare una domanda che è già stata fatta e rifarla. Di solito è dopo un nome, il soggetto della domanda: 我很好,你Io sto bene e tu (come stai)?

DETERMINANTI NOMINALI

Aggettivi possessivi: uso il pronome e lo faccio seguire dalla particella di determinazione nominale de:
我的
Wǒ de shū
Il mio libro

你的苹果
Nǐ de píngguǒ
La tua mela

他的朋友
Tā de péngyǒu
Il suo amico

In cinese quello che sta prima determina quello che sta dopo e in mezzo ci sta il :

DETERMINANTE + + DETERMINATO

Nel caso in cui, però, si parli di cose il cui possesso è strettissimo e inalienabile, il non è richiesto:
我妈妈wǒ māmā, mia mamma
我头发wǒ tóufǎ, i miei capelli
È richiesto invece quando il possesso non è ovvio e lo devo esplicitare.


CLASSIFICATORI

I classificatori sono unità di misura e in cinese ogni sostantivo deve sempre essere accompagnato dalla sua unità di misura, anche laddove, in italiano, basti soltanto un numero:


四杯茶
Sì bēi chá
Quattro tazze di tè

三公斤苹果
Sān gōngjīn píngguǒ
Tre chili di mele

三本书
Sān běn shū
Tre libri

一张纸
Yī zhāng zhǐ
Un foglio di carta


I classificatori possono essere unità di peso, di lunghezza, di capacità, ma ci sono anche classificatori che si chiamano temporanei e non sono vere unità di misura: un sacco di riso, un bicchiere di te, una valigia di vestiti ecc.
Ogni nome ha il suo classificatore specifico, spesso più d’uno... e bisogna impararseli a memoria!
Però, esiste anche un classificatore universale che è ge, utilizzabile per moltissimi caratteri. Nel caso non si conosca il classificatore di un carattere, nel dubbio si può mettere il, quel che è certo è che non si può non mettere niente!

Fine della lezione!

martedì 8 ottobre 2013

Lez. 7 Lingua Cinese, martedì 8/10



Il complemento oggetto è spesso un sostantivo, ma può essere anche un’intera frase, che a questo punto viene chiamata in italiano “frase oggettiva”. Quali verbi reggono questo costrutto?

1) 告诉 gàosu, “informare”

她告诉我张老师在图书馆。
Tā gàosu wǒ Zhāng lǎoshī zài túshūguǎn.

tā è il pronome di terza persona singolare femminile, il maschile è che si pronuncia allo stesso modo ma ha il radicale del maschio, mentre ha radicale femminile. La distinzione fra maschili e femminili è conseguente all’incontro della Cina con la cultura occidentale, perciò non è detto che nei testi più vecchi ci sia questa distinzione.
告诉 gàosu è un verbo e significa “informare”. E’ un verbo che in cinese si chiama “dativo” cioè regge in maniera diretta il complemento di termine, che invece in italiano e anche nel caso di altri verbi in cinese, si costruisce con l’ausilio di ppreposizioni. Non ci sono molto verbi dativi 告诉 gàosu è uno di questi: regge il complemento di termine e il complemento oggetto: ”informare qualcuno su qualcosa”:

她告诉张老师在图书馆
Tā gàosu wǒ Zhāng lǎoshī zài túshūguǎn.
Mi ha detto che il maestro Zhang è in biblioteca.

Dove , “io” è complemento di termine (dice a me) e la parte grigia è tutta complemento oggetto.

Un altro esempio dell’uso di 告诉 gàosu è:

他告诉我明天妈妈回家吃午饭。
Tā gàosu wǒ míngtiān māma huí jiā chī wǔfàn.
Mi ha detto che domani mamma sarebbe tornata a casa a pranzare.


2) 知道 zhīdao, “sapere”

你知道我是意大利人。
Nǐ zhīdao wǒ shì yìdàlìrén.
Tu sai che io sono italiano.

知道 zhīdao è composto da zhī cioè “sapere” e dao cioè “strada, via”. Quest’ultimo carattere è molto famoso perchè il Taoteching è proprio incentrato sul concetto filosofico di via, cammino esistenziale ecc.

意大利人 yìdàlìrén significa invece “italiano” cioè uomo (rén) proveniente dall’Italia: 意大利 yìdàlì, che è ovviamente trascrizione fonetica:

yì è “senso, significato”, dà è “grande” e lì significa “profitto economico”.


3) gěi, “dare”

我给他钱。
Wǒ gěi tā qián.
Gli do dei soldi.

gěi, “dare” ha il radicale della seta.
qián, “denaro” quello del metallo.


4) jiào, “insegnare”

张老师教我们中国文学。
Zhāng lǎoshī jiào wǒmen zhōngguó wénxué.
Il professor Zhang ci insegna la letteratura cinese.

文学 wénxué è “letteratura”, che in questo caso è cinese (中国文学), ed è composto da wén che significa “cultura” e xué, carattere che conosciamo, ma che in questo contesto rappresenta ciò che in italiano è il suffisso derivante dal greco “-logia”. Per cui lo troviamo in tutte le parole che indicano delle discipline, come i nostri “biologia”, “filologia” ecc.


5) wèn, “chiedere”

学生常常问老师问题。
Xuéshēng chángcháng wèn lǎoshī wèntí.
Gli studenti spesso rivolgono al professore delle domande.


问题 wèntí è composto dal verbo in oggetto, wèn, “chiedere”, e da tí che significa “argomento del discorso, titolo”.


A questo punto abbiamo ricevuto i compiti a casa, cioè delle frasi da fare per mercoledì prossimo, quando riprenderanno le lezioni visto che la prof. se ne va in Cina – beata lei - e abbiamo poi affrontato un nuovo argomento: i verbi attributivi.

I verbi attributivi sono verbi in cinese, ma aggettivi in italiano. Questo perchè in cinese questi verbi hanno una funzione attributiva e cioè aggettivale che in italiano è possibile esprimere solamente ricorrendo al verbo essere unito a un aggettivo.
Esempio:

我很高。
Wǒ hěn gāo.
Sono alto.

gāo, che noi traduciamo “alto” è per il cinese un verbo con funzione di attributo.
Questi strani verbi non sono soltanto attributivi, ma possiedono anche un intrinseco valore contrastivo-comparativo.
Che significa? Che se usati al grado normale (quello che per noi è il grado normale, cioè per esempio ”alto” e non “più alto/meno alto/altissimo”) hanno già di per sè un valore comparativo che li porta a significare: “più (alto)”.
Come faccio a neutralizzare questo valore ed esprimere l’aggettivo senza gradi comparativi? Ricorrendo ad avverbi come il famosissimo hěn che .
Ma, a questo punto, se uso hěn come neutralizzatore di grado, esso non è più usato per il suo valore semantico (per il suo significato di “molto”), ma come particella dotata di mera funzione grammaticale.
Allora come distinguo fra cioè “molto” e come avverbio neutralizzatore?
Dal contesto e dalla pronuncia: Il primo è un deciso terzo tono, mentre il secondo è quasi atono. Perciò sopra avremmo dovuto trascrivere foneticamente:

我很高。
hen gāo.
Sono alto.

Altro esempio:

我很忙。
Wǒ hen/hěn máng.
Sono occupato/sono molto occupato.

máng, “impegnato, occupato” è una condizione che i cinesi si chiedono sempre; il loro:

你忙吗?
Nǐ máng ma?
Sei occupato? Hai da fare?

Corrisponde a quello che per noi è: ciao, come va? Quando si telefonano si chiedono sempre quello. Può essere considerato un po’ come il nostro “ciao, disturbo?”. Notare che 你忙吗?Nǐ máng ma? Non si traduce “sei più occupato?”. L’interrogativa infatti neutralizza il grado comparativo, esattamente come l’avverbio hen.

Ultimo verbo attributivo visto: hǎo, “bene, buono”

Domanda: 你好吗?
Nǐ hǎo ma?
Come stai?

Risposta: 我很好。
Wǒ hen hǎo.
Sto bene.


Fine della lezione!