martedì 8 ottobre 2013

Lez. 7 Lingua Cinese, martedì 8/10



Il complemento oggetto è spesso un sostantivo, ma può essere anche un’intera frase, che a questo punto viene chiamata in italiano “frase oggettiva”. Quali verbi reggono questo costrutto?

1) 告诉 gàosu, “informare”

她告诉我张老师在图书馆。
Tā gàosu wǒ Zhāng lǎoshī zài túshūguǎn.

tā è il pronome di terza persona singolare femminile, il maschile è che si pronuncia allo stesso modo ma ha il radicale del maschio, mentre ha radicale femminile. La distinzione fra maschili e femminili è conseguente all’incontro della Cina con la cultura occidentale, perciò non è detto che nei testi più vecchi ci sia questa distinzione.
告诉 gàosu è un verbo e significa “informare”. E’ un verbo che in cinese si chiama “dativo” cioè regge in maniera diretta il complemento di termine, che invece in italiano e anche nel caso di altri verbi in cinese, si costruisce con l’ausilio di ppreposizioni. Non ci sono molto verbi dativi 告诉 gàosu è uno di questi: regge il complemento di termine e il complemento oggetto: ”informare qualcuno su qualcosa”:

她告诉张老师在图书馆
Tā gàosu wǒ Zhāng lǎoshī zài túshūguǎn.
Mi ha detto che il maestro Zhang è in biblioteca.

Dove , “io” è complemento di termine (dice a me) e la parte grigia è tutta complemento oggetto.

Un altro esempio dell’uso di 告诉 gàosu è:

他告诉我明天妈妈回家吃午饭。
Tā gàosu wǒ míngtiān māma huí jiā chī wǔfàn.
Mi ha detto che domani mamma sarebbe tornata a casa a pranzare.


2) 知道 zhīdao, “sapere”

你知道我是意大利人。
Nǐ zhīdao wǒ shì yìdàlìrén.
Tu sai che io sono italiano.

知道 zhīdao è composto da zhī cioè “sapere” e dao cioè “strada, via”. Quest’ultimo carattere è molto famoso perchè il Taoteching è proprio incentrato sul concetto filosofico di via, cammino esistenziale ecc.

意大利人 yìdàlìrén significa invece “italiano” cioè uomo (rén) proveniente dall’Italia: 意大利 yìdàlì, che è ovviamente trascrizione fonetica:

yì è “senso, significato”, dà è “grande” e lì significa “profitto economico”.


3) gěi, “dare”

我给他钱。
Wǒ gěi tā qián.
Gli do dei soldi.

gěi, “dare” ha il radicale della seta.
qián, “denaro” quello del metallo.


4) jiào, “insegnare”

张老师教我们中国文学。
Zhāng lǎoshī jiào wǒmen zhōngguó wénxué.
Il professor Zhang ci insegna la letteratura cinese.

文学 wénxué è “letteratura”, che in questo caso è cinese (中国文学), ed è composto da wén che significa “cultura” e xué, carattere che conosciamo, ma che in questo contesto rappresenta ciò che in italiano è il suffisso derivante dal greco “-logia”. Per cui lo troviamo in tutte le parole che indicano delle discipline, come i nostri “biologia”, “filologia” ecc.


5) wèn, “chiedere”

学生常常问老师问题。
Xuéshēng chángcháng wèn lǎoshī wèntí.
Gli studenti spesso rivolgono al professore delle domande.


问题 wèntí è composto dal verbo in oggetto, wèn, “chiedere”, e da tí che significa “argomento del discorso, titolo”.


A questo punto abbiamo ricevuto i compiti a casa, cioè delle frasi da fare per mercoledì prossimo, quando riprenderanno le lezioni visto che la prof. se ne va in Cina – beata lei - e abbiamo poi affrontato un nuovo argomento: i verbi attributivi.

I verbi attributivi sono verbi in cinese, ma aggettivi in italiano. Questo perchè in cinese questi verbi hanno una funzione attributiva e cioè aggettivale che in italiano è possibile esprimere solamente ricorrendo al verbo essere unito a un aggettivo.
Esempio:

我很高。
Wǒ hěn gāo.
Sono alto.

gāo, che noi traduciamo “alto” è per il cinese un verbo con funzione di attributo.
Questi strani verbi non sono soltanto attributivi, ma possiedono anche un intrinseco valore contrastivo-comparativo.
Che significa? Che se usati al grado normale (quello che per noi è il grado normale, cioè per esempio ”alto” e non “più alto/meno alto/altissimo”) hanno già di per sè un valore comparativo che li porta a significare: “più (alto)”.
Come faccio a neutralizzare questo valore ed esprimere l’aggettivo senza gradi comparativi? Ricorrendo ad avverbi come il famosissimo hěn che .
Ma, a questo punto, se uso hěn come neutralizzatore di grado, esso non è più usato per il suo valore semantico (per il suo significato di “molto”), ma come particella dotata di mera funzione grammaticale.
Allora come distinguo fra cioè “molto” e come avverbio neutralizzatore?
Dal contesto e dalla pronuncia: Il primo è un deciso terzo tono, mentre il secondo è quasi atono. Perciò sopra avremmo dovuto trascrivere foneticamente:

我很高。
hen gāo.
Sono alto.

Altro esempio:

我很忙。
Wǒ hen/hěn máng.
Sono occupato/sono molto occupato.

máng, “impegnato, occupato” è una condizione che i cinesi si chiedono sempre; il loro:

你忙吗?
Nǐ máng ma?
Sei occupato? Hai da fare?

Corrisponde a quello che per noi è: ciao, come va? Quando si telefonano si chiedono sempre quello. Può essere considerato un po’ come il nostro “ciao, disturbo?”. Notare che 你忙吗?Nǐ máng ma? Non si traduce “sei più occupato?”. L’interrogativa infatti neutralizza il grado comparativo, esattamente come l’avverbio hen.

Ultimo verbo attributivo visto: hǎo, “bene, buono”

Domanda: 你好吗?
Nǐ hǎo ma?
Come stai?

Risposta: 我很好。
Wǒ hen hǎo.
Sto bene.


Fine della lezione!

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