mercoledì 2 ottobre 2013

Lez. 5 Lingua Cinese, mercoledì 2/10



Oggi abbiamo iniziato la lezione giocando a “他是谁?”, anche detto ”是谁? con le foto di uomini e donne cinesi famosi. Abbiamo citato politici, sportivi, attori, attrici, scrittori... Fatto ciò siamo passati alla grammatica.
Oggi protagonisti sono i verbi, nello specifico i verbi locativi. Ma prima di ciò una precisazione: esistono dei verbi in cinese che sono composti da una singola sillaba. Per molti di essi, stare da soli è impossibile. Ci spieghiamo con due esempi:

我看书
Wǒ kàn shū

我吃饭
Wǒ chī fàn

In italiano esistono verbi transitivi e verbi intransitivi, cioè verbi che possono essere seguiti direttamente da un complemento oggetto (“mangio la mela”) e verbi che invece non possono (“parlo di qualcosa” oppure “a qualcuno”). “Esco il cane” per esempio non è corretto perchè uscire non è un verbo transitivo! In italiano, inoltre, il complemento oggetto di un verbo transitivo posso ometterlo, quindi potrò dire: “Sto leggendo”, senza specificare cosa. In cinese i verbi transitivi devono invece esprimere l’oggetto, anche quando il loro significato è generico. Come scelgo l’oggetto da esprimere? Inserisco quello più comune e banale, come nei casi qua sopra: “(Io) leggo (un libro)” e “(Io) mangio (un pasto)”.

kàn e chī sono due tipici esempi di verbi monosillabici transitivi che richiedono sempre un oggetto. Il loro oggetto, quando non è scelto davvero per il suo significato, ma solo per non lasciare solo il verbo, è chiamato oggetto apparente o vuoto.
Se troviamo uno di questi verbi sprovvisto di oggetto ciò implica che l’oggetto sia già stato espresso in precedenza e sia tanto chiaro da poterlo sottintendere. Perciò 我看Wǒ kàn così com’è si tradurrà “(Io) lo mangio”.

Detto ciò, passiamo ai verbi locativi. Ce ne sono molti, sono tutti transitivi e per questa ragione non necessitano di particelle ma accettano il complemento oggetto diretto. Ne vediamo sei, anche se sono molti di più.

1. “andare”:

他去北京
Tā qù Běijīng

Dove 北京Běijīng è risaputamente il nome di Pechino ed è composto da běi che significa “nord” e jīng che significa “capitale”. 北京Běijīng è chiamata Capitale del Nord perchè ne esisteva una a sud e cioè 南京Nánjīng (nán significa “sud”), che è stata capitale della Cina per secoli, fino al 1421.

你去北京吗?
Nǐ qù běijīng ma?
我不去。
Wǒ bù qù.
“Io non ci vado”


你去不去北京?
Nǐ qù bù qù běijīng?
我明天去(北京)
Wǒ míngtiān qù (Běijīng).

明天míngtiān significa “domani” ed è composto da míng che significa “luminoso” e che è il carattere della dinastia Ming (il sacrosanto vaso Ming!) etiān che come già sappiamo in questo caso significa “giorno”. 明天 è “domani”.

你去北京还是去香港?
Nǐ qù Běijīng háishì qù Xiānggǎng?
我去香港, 他去北京。
Wǒ qù Xiānggǎng, tā qù Běijīng.

Che città è 香港Xiānggǎng? Shangai? Sembra ma invece no, è la pronuncia mandarina di Hong Kong e letteralmente significa “porto () profumato ()”.

2. “venire”: lái

你来学校。
Nǐ lái xuéxiào.
“Tu vieni a scuola”
(anche se in cinese non c’è, in italiano la preposizione ci va)

学校xuéxiào è la scuola: ,studiare”, unito a  xiào cioè “scuola”. Come già detto precedentemente però il cinese di oggi preferisci i bisillabici, quindi scuola si dice学校xuéxiào, che non ha omofoni, e nonxiào.

3. “stare, trovarsi”: zài

我在学校。
Wǒ zài xuéxiào.
我在北京。
Wǒ zài Běijīng.

4. “salire” e “scendere”: shàng e xià


我上车。
Wǒ shàng chē.

我下车。
Wǒ xià chē.

chē significava “carro” e attualmente indica in generale i veicoli, perciò questa due frasi possiamo liberamente tradurle: “salgo in auto” e “scendo in auto”. In realtà però chē viene normalmente precisato a seconda di che tipo di veicolo si voglia parlare: 汽车qìchē è auto, dove qì significa “vapore” oppure 火车huǒchē indica il treno.
chē può essere inoltre utilizzato come radicale.

5. “uscire da”: chū

我出门。
Wǒ chūmén.
“Esco”

Come nel caso die anchechū è un verbo transitivo monosillabico che necessita di oggetto apparente. Esso è appunto , che significa porta, ma che in questo caso non viene tradotto. Nel caso ci sia l’oggetto, in italiano traduco “uscire da...”


6. “entrare in”: jìn

我进学校
Wǒ jìn xuéxiào.
“Entrare a scuola”

7. “tornare”: huí

我回家。
Wǒ huí jiā.
“Torno a casa”

jiā  è un carattere interessante: raffigura un maiale sotto un tetto e significa casa, ma per estensione anche famiglia. Il maiale testimonia la tradizione contadina: in ogni casa una parte era adibita a stalla e il maiale era simbolo di ricchezza. In cinese a casa si torna sempre, non si va mai: uso sempre il verbohuí.
 

Fine della lezione!

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