sabato 28 settembre 2013

Lez. 2 Lingua Cinese, mercoledì 25/09


La scrittura dei caratteri segue regole fisse che stabiliscono l’ordine dei tratti, come per esempio che si procede dall’alto verso il basso, da sinistra verso destra, che se c’è una cornice la si scrive prima del suo contenuto, ma la si chiude dopo e simili. Tuttavia alcuni caratteri presentano un ordine dei tratti particolare perché quest’ordine è stato stabilito attraverso i secoli dalle scuole di calligrafia in base a principi di comodità ed economia. Per esempio la scrittura del carattere (wǒ), che significa “io”, si conclude con il punto in alto a destra, che essendo il tratto più alto dovrebbe essere scritto per primo e invece viene scritto per ultimo.

Cominciamo a scrivere i primi caratteri!

La prima frase che scriviamo significa “Io studio cinese” ed è composta da cinque caratteri:

我学习汉语
pinyin: Wǒ xuèxì hànyǔ

La punteggiatura, nel cinese classico, non esisteva: è stata importata dalle lingue occidentali, nello specifico dall’inglese e occupa un quadrato, esattamente come un carattere. L’ordine di scrittura inoltre è cambiato negli ultimi anni: ora il cinese si scrive come le lingue occidentali, da sinistra a destra in orizzontale, mentre il cinese classico si scriveva in verticale partendo da sinistra e procedendo verso destra.

La nostra frase:

wǒ significa “io” ed è composto da 7 tratti.

xuéxí significa “studiare” ed è composto da due caratteri, xué, che significa “studiare, imparare” e xí, che significa “esercitarsi, praticare”.

汉语 hànyǔ significa “lingua cinese” ed è composto dal carattere hàn che significa “cinese”  (e indica anche la nazionalità cinese, infatti il gruppo etnico numericamente maggiore in Cina è quello degli Hàn, ma qui il discorso sarebbe mooolto lungo e lo rimandiamo) e dal carattere yǔ che significa lingua (lingua nel senso di linguaggio, non la parte anatomica).

Nella lingua cinese l’ordine dei costituenti della frase è fisso.  Da questa frase possiamo dedurre già due regole:

1. La lingua cinese è una lingua SVO, cioè a struttura

Soggetto – Verbo – Oggetto

Proprio come l’italiano.

2. In cinese ciò che determina precede sempre ciò che viene determinato, per esempio nel caso degli aggettivi, essi precedono il sostantivo di cui sono aggettivi. Vediamo l’ultima parola della nostra frase:

汉语 (hànyǔ)

Traduzione letterale: “cinese lingua”, ossia, in italiano, lingua cinese
(in italiano noi facciamo il contrario - anche se la struttura logica italiana è più flessibile)

Per quel che riguarda l’ordine dei tratti rimando al testo Dialogare in cinese, che al fondo di ogni unità, fino a un certo capitolo, presenta l’ordine dei tratti di ogni carattere citato. OPPURE riporto con entusiasmo il suggerimento della prof.ssa  Leonesi che lunedì ha citato il sito http://www.nciku.com/.  E’ veramente bellissimo e offre l’animazione della scrittura di ogni carattere.

Seconda frase:

他写汉子
Pinyin: Tā xiě hànzì

In questo caso abbiamo un altro pronome personale:

tā significa lui (occhio che la trascrizione fonetica “tā” può riferisri sia a “lui” sia a “lei”, ma i due pronomi in cinese sono rappresentati da caratteri diversi, anche se si pronunciano e quindi traslitterano nello stesso modo; è “lui”, mentre “lei” è ).

xiě significa “scrivere”.

汉字 hànzì significa “caratteri cinesi” ed è formato dal carattere hàn che già conosciamo e dal carattere zì che significa  “parola, carattere”.

Terza frase:

他是毛老
Pinyin: Tā shì Máo lǎoshī

tā lo conosciamo.

shì è il verbo essere e in questo caso significa “è”.

Máo è un nome proprio, un cognome, lo stesso di Mao Zedong. In Cina ci sono soltanto un centinaio di caratteri che sono usati come cognomi, ma essi, proprio perchè sono normali caratteri cinesi hanno anche un loro proprio significato, come in questo caso, dove mào letteralmente significa “piuma”. Non ci sono ovviamente maiuscole né indicatori, perciò capiamo che mào in questo caso è un cognome dal contesto.

lǎoshī significa “insegnante” ed è composto da lǎo, che significa “vecchio, anziano” e da che un tempo era usato per dire insegnare autonomamente e che invece ne cinese classico è sempre unito a .

La quarta frase è una variazione della terza:

他是毛老?
Pinyin: Tā shì Máo lǎoshī ma?

Il significato di questa frase è il medesimo di prima, ma cambia la modalità. Questa non è un'affermativa, ma un'interrogativa. In cinese, poichè i verbi non hanno i modi, la modalità della frase si esprime tramite appositi caratteri che prendono il nome di particelle modali. Esse sono caratteri atoni e privi di significato, proprio come ma, che è particella modale interrogativa.
Come rispondo a questa domanda? Ripetendo il verbo, in forma positiva o negativa, cioè anteponendo al verbo un'avverbio di negazione, in questo caso bù.

Perciò:

他是毛老?
Tā shì Máo lǎoshī ma?

/
 Shì / Bù shì.

 Il soggetto si può sottintendere ogni volta il contesto sia chiaro, come in questo caso.
Ora andiamo a riprendere la nostra prima frase, mettiamola in seconda persona e in modalità interrogativa e rispondiamo in modo completo:
  
你学习汉语吗?
Nǐ xuèxì hànyǔ ma?

我不学习汉语, 习英语
Wǒ bù xuèxì hànyǔ, xuèxì yīngyǔ.


Dove 英语 yīngyǔ significa inglese.
Il carattere yīng indica l'inglese e l'Inghilterra per assonanza con "English", non per il significato ( significa "eroe").


Fine della lezione!


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